IL DIRETTORE DIDATTICO GIUSEPPE ADDUCI
L’insegnamento del teatro, perché?
I CORSI SI RACCONTANO – LA VISIONE DEI NOSTRI DOCENTI DI TEATRO
Il direttore artistico e didattico: Giuseppe Adduci
Insegnare è un termine bellissimo: in signo, lasciare dentro. Graffiare l’anima di qualcuno, e quello che mi piace pensare è che la mano che graffia non sia la mia, ma quella dell’allievo: aiutarlo quindi a lasciarsi un segno, a far trasparire il suo teatro. Essere quindi maieutici, levatrici di quello che ciascuno ha dentro, perché educare significa proprio questo, ex ducere, portare fuori.
Si diventa maestri dopo, e solo di qualcuno, e solo di quelli che per devozione si attagliano al teatro, alla sapienza, di qualcun altro in modo assoluto.
Kennedy, in un periodo molto difficile per gli Stati Uniti ebbe a dire: “Non pensare a quello che l’America può fare per te, ma quello che tu puoi fare per l’America”. Fare teatro è questo. Non è come un corso di inglese, in cui si va, si impara qualcosa e lo si misura. Fare teatro può essere pensare, in modo apparentemente presuntuoso invece generoso, cosa posso fare il per il teatro e cosa non può fare il teatro per me. Cosa sono in grado di cambiare e di innovare al suo interno!
A teatro ci va una persona precisa, non un personaggio: i libri che ha letto, i film che ha visto, le ferite che ha subito e che ha inflitto, e tutto questo costruisce il teatro, informa di sé le storie che si va a raccontare.
Teatro è sostanzialmente un gioco di espressione di sé educata a stare insieme all’espressione dell’altro.
Non si può chiedere a un marinaio cos’è il mare, a un tuareg cos’è il deserto, a un teatrante cos’è il teatro. Ci si sta.
Giuseppe Adduci