LA BICICLETTA DI OUSMANE TeatroGruppo Popolare
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DATE:

Sabato 14 giugno 2014, ore 21:00

Piazza Martinelli, Como (festival INTRECCI di POPOLI)

Sabato 14 aprile 2014, ore 21:00

Piccola Accademia, via Castellini 7, Como

Mercoledì 27 aprile 2016, ore 19:00

Biblioteca Comunale, Piazzetta Venosto Lucati, Como

LA BICICLETTA DI OUSMANE

Il bambino e la bicicletta

PER ADULTI E SCUOLA SECONDARIA

Produzione: TeatroGruppo Popolare
Progetto e regia: Giuseppe Adduci
Attori-autori: Elisabetta Bernardi, Mariaester Cassinelli, Orietta Destro, Nadia Gerletti, Luisella Longhi, Paola Mastalli, Giuseppe Montalbano, Antonella Moretti, Paolo Pini

Gli attori sono stesi a terra, come lo sono stati i corpi dei naufraghi sull’isola di Lampedusa. Dalla loro immobilità nasce l’esigenza e la voglia di ridare loro la possibilità di raccontare quello che il mare, riempiendogli la bocca, ha impedito che raccontassero. La storia piccola piccola di un bambino e del suo sogno occidentale, che si riassume nel desiderio di possedere una bicicletta, per vedere il mondo da un altro punto di vista.
Gli attori si alzano, si perdono tra il pubblico e raccontano storie del paese di provenienza di quelle anime ormai spente sulle spiagge lampedusane. Raccontano con questo la loro voglia di dare, oltre che di ricevere. Gli uccelli hanno le ali, gli alberi hanno le radici. Gli uomini hanno le gambe, e vanno. Per raccontarsi, e nel farlo raccontano anche chi incontrano.

“Quando il bambino finì di raccontare guardò alle sue spalle per vedere le orme che aveva lasciato sul fondo del mare per arrivare fin lì. Ma sul fondo del mare le sue orme non c’erano. C’era invece una striscia lunga lunga, come un’enorme cerniera, lasciata dalla bicicletta. – I miei piedi sono la bicicletta, pensò sorridendo. E ricominciò a pedalare. Il mare, che era mare da tanto tempo, voleva smettere di agitare il suo mantello, ma ci mise del tempo, il tempo che ci voleva. E intanto l’acqua saliva in alto, così in alto che ogni tanto la si poteva chiamare cielo, e scendeva in basso, così in basso che ogni tanto la si poteva chiamare sabbia. Cielo e sabbia sembravano una clessidra, e gli uomini che c’erano dentro sembravano bambole di pezza. Ora, quando il bambino è stanco gioca a fare il morto. Ma se sei fortunato puoi vederlo sbucare in bicicletta dall’angolo là in fondo, o passare sotto il portico, o attraversare la strada proprio lì di fronte… Se sei molto fortunato puoi sentirlo anche cantare o raccontare le sue storie.