DATE:
Martedì 23 novembre 2021, ore 15.00
Piccola Accademia di TeatroGruppo Popolare, via Castellini 7 Como
Ingresso con green pass e prenotazione obbligatoria fino al limite massimo di capienza della sala determinato dalle normative anticovid.
Info e prenotazioni: 3493326423 o 3387985708 o info@teatrogruppopopolare.it
IN FIAMME
contro la violenza sulle donne, contro la violenza sulla natura, contro la violenza sul genere umano
PER ADULTI e SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Produzione: TeatroGruppo Popolare
Testo e regia: Giuseppe Adduci
Con: Cosetta Adduci, Virginia Adduci, Olga Bini
Da wikipedia
C’è un fatto che differenzia Le Troiane dalle altre tragedie antimilitariste di Euripide. Piuttosto che una generica condanna della guerra, vi è infatti un chiaro riferimento ad un preciso atto bellico compiuto da Atene pochi mesi prima. Nel 416 a.C., in piena guerra del Peloponneso, Atene aveva chiesto all’isola di Melo (oggi Milo) di aderire alla lega delio-attica, sottomettendosi così alla dominazione ateniese. I meli avevano rifiutato, perché erano una colonia spartana e perché erano indipendenti da 800 anni. Avevano però offerto ad Atene la loro neutralità nella guerra e la possibilità di intrecciare rapporti di amicizia. Gli ateniesi, temendo che un atteggiamento troppo morbido verso Melo potesse dare un’impressione di debolezza alle poleis alleate e nemiche, avevano infine attaccato l’isola, passando per le armi i suoi uomini e vendendo come schiavi le donne e i bambini. Il sacco di Melo aveva sconvolto la coscienza civica ateniese e generato numerosi interrogativi. Pochi mesi dopo, Euripide mette in scena, davanti agli stessi autori di quell’atto, un’opera che ripropone la stessa situazione che si era creata a Melo: tutti gli uomini sono stati uccisi, e le donne e i bambini vengono ridotti in schiavitù. Al tragediografo va riconosciuto il coraggio di aver rappresentato un’opera che criticava in maniera chiara e molto dura lo spietato imperialismo della sua città.
Noi siamo Atene e Milo contemporaneamente, vinti e vincitori, questi ultimi che passano per le armi, vendono le donne come schiave, e i bambini. Ci comportiamo con la natura e con la società allo stesso modo, e ci ritorna la tragedia stessa dei nostri comportamenti, la natura – il resto da noi – soffre e ci attacca, attacca il nostro modo di intendere la vita. Dobbiamo ripensarci, rifondarci, rielaborare il nostro modo di stare insieme e di stare al mondo. L’economia non può governare il mondo, o quantomeno non lo può governare in questo modo. Compito del teatro è mostrare le piaghe, compito della politica è sanarle, il più definitivamente possibile.
Le Troiane è un buon pre/testo per mettere in atto queste intenzioni: per la valenza culturale (ha attraversato i secoli accompagnato mano nella mano da Euripide), la valenza sociale (un inno alla riflessione sulla guerra e alle modalità di impostazione della pace e, soprattutto, sulla violenza perpetrata nei confronti delle donne), e per la possibilità che offre in questo momento di una attenta riflessione sul modo in cui l’uomo ha piegato la natura ai suoi voleri ma innescando un pericolosissimo meccanismo di ritorsione.
In fiamme è una lezione-spettacolo, uno spettacolo immersivo grazie la scenografia digitale predisposta, in cui tramite Le Troiane di Euripide sarà possibile colloquiare con gli spettatori per cercare di innescare un circuito virtuoso che spinga a una seria riflessione sulla società e sul domani del nostro pianeta.
Tre attrici vivono tratti di scene dello spettacolo di Euripide, altre scene sono lette, altre immaginate, mentre intorno una natura avvolgente fiorisce, brucia, affoga, torna – grazie all’impegno congiunto degli uomini – nuovamente a fiorire.
Il testo di Euripide parte con la descrizione della scenografia: i resti di Troia, ancora fumanti, ancora parzialmente in fiamme. Partiamo da qui, dallo scempio iniziato e non ancora compiuto. Partiamo da qui, nella speranza di poter ancora salvarci.