Ecogiò
Ripensarsi e riprogettare la società in termini prima di tutto di sostenibilità ambientale è lo scopo che pensiamo doverci prefiggere come Associazione all’indomani dell’avvento Covid19. Il progetto Ecogiò ha lo scopo di spingere a farlo anche in termini di gioco.
“Gioco” e “gioventù” se non la stessa etimologia hanno con evidenza la stessa radice. Gioia giostra giovare gioviale gioiello giocondo… La lingua italiana si diverte a suggerire con il suono di quella radice il senso positivo e vitale delle parole che lo pronunciano.
Il progetto Ecogiò (titolo che riecheggia, omaggiandola, una trasmissione televisiva degli anni Settanta, Giocagiò, cui collaborava Gianni Rodari) vuole perciò fin dal nome palesarsi come strumento attivo e dinamico per far coabitare cultura e gioventù ed ecologia, dando loro in senso lato il significato di gioco, e per suo tramite leggerezza nell’approccio anche a tematiche sia pure profonde e complesse. Per far questo i giovani sono sia soggetto che oggetto delle proposte, sia promotori, attori che fruenti; giovani naturalmente intesi come testa di ponte e non ad excludendum delle altre fasce generazionali, comunque coinvolte sia nella progettazione che nella fruizione. Che il gioco abbia una funzione di apprendimento basilare nella vita di ciascun essere vivente (non solo nell’uomo) è risaputo da tempo. Per questo il progetto intende avere come obiettivo quello di palesare questa evidenza e mettere a disposizione degli stessi giovani gli spazi e gli strumenti necessari per costruire con il gioco il proprio presente e il proprio futuro in un ambiente rispettato. Per via della pandemia, ancora peraltro in corso, gli spazi proposti sono stati spesso quelli dell’online, che tuttavia in senso lato hanno saputo raccogliere le istanze giovanili e gestirle anche in questa modalità fin qui poco frequentata.
PERCHE’?
Come operatore culturale nel territorio di appartenenza TeatroGruppo Popolare ha rilevato alcuni fondamentali deficit nella fruizione delle offerte artistiche, intellettuali, di intrattenimento e svago da parte della popolazione, soprattutto giovanile:
. Il bisogno evidenziato dai recenti fatti del Covid19 e dei cambiamenti climatici di un ripensamento dello sviluppo in termini di progresso.
. Nel pre-pandemia, e purtroppo anche in taluni momenti pandemici, si registrava un eccessivo accentramento dei luoghi di ritrovo giovanile; i locali del centro cittadino assiepati soprattutto nei fine settimana e in orari notturni. Questo causa malessere nella popolazione residente, ed è gestito spesso con inadeguatezza culturale.
. Una forte mancanza di partecipazione progettuale dei giovani alle proposte indirizzate verso la propria generazione e verso le altre.
. Forte frammentazione dei luoghi di cultura e mancanza di comunicazione tra le parti; cause negative: debolezza della proposta culturale, settorialità, nicchie culturali.
. Una indubbia mancanza dell’educazione a guardare, quindi di formazione del pubblico inteso anche come protagonista dello sguardo.
PERTANTO…
A queste problematiche, che sottendono a specifici bisogni, TeatroGruppo Popolare mettendo a frutto la propria esperienza nel settore culturale ha inteso porre rimedio con:
. una chiamata a raccolta intorno a un progetto-pilota delle numerose Compagnie teatrali del territorio.
. una rassegna di “Teatro civile” per i giovani e pubblico scolare, affiancata da una rassegna natalizia per bambini e famiglie, capaci di fare da guida all’ascolto e allo sguardo, seppure online causa recrudescenza della pandemia, in una situazione di metateatro in cui trovare le modalità per essere spettatore consapevole.
L’evento Covid ha evidentemente messo in crisi il sistema sociale e economico preesistente. Tuttavia si è ritenuto opportuno sottolineare con il nostro lavoro anche quelle caratteristiche di solidarietà generale che simili momenti sono riusciti a produrre e stimolare la ripresa emotiva e economica. È soprattutto in momenti come quelli presentati dalla pandemia che è necessario fare in modo che il teatro assolva alla sua funzione di servizio della comunità, rendendo visibili e rafforzandoli quegli elementi che comportano la sanità e il benessere del vivere comune, secondo le caratteristiche della Compagnia attraverso il gioco, la leggerezza, la profondità.
È per questo che abbiamo inteso continuare a promuovere le attività pianificate nel progetto, ridefinendole in modo sempre più attuabile. Le difficoltà cogenti devono essere superate nella collettività, con ancora maggior particolare attenzione: comprendere i bisogni, soprattutto giovanili, soppesare gli interventi, mettere in atto le giuste strategie per un’offerta culturale di qualità alle nuove condizioni, anche economiche.
Si è quindi guardato con attenzione profonda le attività programmate, mirando i propri interventi procrastinandone alcuni (ma sempre tenendoli progettualmente vivi in attesa di poterli concretare) e privilegiandone altri, cui è stato dedicato il peso specifico adeguato, in particolare: “Le troiane” e “Ecologia dello sguardo”.
FINANZIATORI
Il progetto si avvale di professionisti nel settore di interesse di ogni attività progettuale con il sostegno e contributo di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Cultura di qualità”, del Comune di Como nell’ambito del bando “Multimisura 2 anno 2020” e della Camera di Commercio di Como-Lecco.
LE ATTIVITA’
LE TROIANE
Le Troiane – uno spettacolo a teatri uniti è uno spettacolo teatrale che ha visto in scena contemporaneamente la quasi totalità delle Compagnie comasche, che in un momento come questo (in tempi di pandemia) ha avuto una valenza simbolica molto importante per la popolazione, facendosi segno di forza collettiva e passione sociale. Unire una dozzina di gruppi, dieci registi, un numero elevato di attori, tra cui moltissimi i giovani; collaboratori professionisti nella grafica, nel design, nella scenografia digitale; soprattutto numerosi gruppi scolastici (cui è diventato difficile l’accesso al teatro: ricordiamolo), e buona parte della cittadinanza (sia a titolo di fruizione personale dello spettacolo in programma, sia come rappresentati culturalmente dal proprio territorio) – unire tutti costoro in una difficile impresa è stato lo scopo dell’azione che TeatroGruppo Popolare ha inteso perseguire con impegno, responsabilità e fiducia, facendone un prototipo che possa dare vita a una ripetibilità nel tempo.
L’evento spettacolare conclusivo è stato anticipato il 29 dicembre 2020, in streaming, e si è ripetuto dal vivo, all’aperto, nell’ambito del Villa Olmo Festival il giorno 6 luglio 2021.
I dettagli del lungo percorso sono alla pagina dedicata.
ECOLOGIA DELLO SGUARDO
Lo stare in scena per l’attore corrisponde allo stare in platea per lo spettatore, con la sua partecipazione attiva nel ruolo costruttivo di spett-attore, agente di quanto viene dipanandosi sul palco, venendo con ciò stimolato a essere protagonista anche nella vita e nella società. Una stagione di teatro dedicata, per le scuole e per il pubblico giovanile – anche assorbendo taluni incontri di “La domenichina dei Piccoli” – facendo in modo che gli spettacoli della rassegna fossero preceduti e/o seguiti da una guida all’ascolto e allo sguardo, in una situazione di metateatro in cui far trovare al giovane le modalità per essere spettatore consapevole; i risultati di tale propedeutica sono verificabili attraverso i ritorni dei docenti e del pubblico partecipante e lo saranno ulteriormente verificabili in una successiva rassegna di “Teatro civile” presso le scuole. Si è fatto in modo che gli spettacoli proposti di educazione al teatro fossero al contempo guida a guardare l’ambiente come platea in cui il rispetto e lo stupore per la bellezza siano in prima fila: invito al teatro, scoperta del teatro, storia del teatro, in cui il pubblico dei ragazzi e dei giovani possa a) apprendere le modalità migliori di ascolto, b) apprendere partecipazione, c) imparare a manifestare espressione del gradimento, d) verificare e dare modo alla Compagnia di verificare i risultati.
L’accento degli spettacoli di Ecologia dello sguardo è stato quindi espressamente posto sul pubblico, sull’importanza che gli viene attribuita dalla tradizione occidentale (teatro in greco significa “io guardo”) come elemento preminente dello spettacolo nella trilogia luogo-agente-vedente, ritualità e catarsi. Gli incontri percorreranno la storia del teatro incentrando soprattutto una storia dello spettatore e sulla sua immersione nell’ambiente raccontato.
La parabola drammaturgica ha previsto: 1) analisi del bisogno di teatro, come necessità di con-vivere una storia, parallelamente alla consapevolezza del luogo in cui ci si trova, sia inteso come luogo teatrale che come luogo suggerito dalla storia; 2) come si guarda, ascolta, partecipa, esprime il proprio gradimento o dissenso; 3) come si gestisce l’eco dello spettacolo (ciò che eventualmente permane nel tempo in termini emozionali); 4) come si può mettere a frutto l’esperienza vissuta rispettando l’habitat che la contiene.
La recrudescenza dell’emergenza Covid-19 ha reso necessario che le rassegne siano state rese fruibili dal pubblico in streaming (on demand e/o diretta), come sperimentato nella fase di lockdown della primavera 2020.