Il manifesto di TeatroGruppo Popolare

BREVE STORIA DI TGP

TeatroGruppo Popolare

Pur se sotto altra etichetta il nostro fare teatro inizia nel 1986. Da allora, girando l’Italia per teatri e piazze e scuole e palestre e biblioteche, abbiamo maturato uno specifico stile che più che basarsi su una scuola di pensiero (Stanislavskij piuttosto che Brecht, Barba piuttosto che Brook) assomma le caratteristiche che più ritiene opportune di svariati altri stilemi interpretativi. Per questo siamo soliti dire che “non abbiamo padri”.

Nel 2002, definendo  principi e  poetica di riferimento, nasce il nuovo nome di TeatroGruppo Popolare, e con il nome i componenti che tuttora vi si riconoscono.

IL MANIFESTO

Ci interessano: il teatro civile, la leggerezza, la popolarità, cioè coniugare un teatro che narri di vicende importanti ma che lo sappia fare con lo sforzo di arrivare alla coscienza alla conoscenza alla sensibilità anche di un bambino: per questo ci affidiamo agli strumenti essenziali della cultura popolare.

La centralità del nostro fare teatro è riservata al pubblico (che non chiamiamo spettatore), con cui ci sentiamo corpo, cercando di fare festa e rito collettivo. Lo strumento che adoperiamo è la storia. Ci proponiamo di emozionarci e pensare insieme.

Il rito teatrale è pensato per essere consumato con ogni tipo di pubblico, ma nella convinzione che “l’adulto sia l’armadio da cui il bambino spia” privilegiamo il mondo dell’infanzia. E’ alle bambine e ai bambini che ci rivolgiamo più volentieri, cercando di essere i compagni di viaggio semplicemente più esperti del loro percorso conoscitivo e emozionale.

TEATRO DI PAROLA

La parola è la madre feconda e gravida capace attraverso tono volume e colore di invitare il pubblico a immaginare, suggerendo drammaturgie che gli astanti abbiano a completare. Le storie sono il “luogo comune”, il posto dove incontrarsi e far battere il cuore facendole diventare proprietà collettiva. Sappiamo che nei campi di concentramento si sono avuti più sopravvissuti là dove ci sono stati i narratori, coloro i quali attraverso l’atto del raccontare hanno saputo dare nutrimento e senso del futuro ai reclusi. Per questo, pur rispettando ogni forma di teatro, amiamo in primo luogo quel teatro che riunisce pubblico e attori intorno a una storia, come un tempo riuniti intorno a un fuoco.

LA QUARTA PARETE

Abbattere il diaframma che si interpone tra pubblico e attore è lo scopo primario di quasi tutto il nostro fare teatro. Ci interessano gli occhi di chi guarda, ché comunichino con chi è guardato. Ci interessa che la scena sia condivisa, là dove è possibile perfino fisicamente. Fare teatro per noi è fare festa, e non c’è festa se non c’è partecipazione. Fare teatro è la celebrazione di un rito che prevede nel ruolo di celebranti tutti i convenuti, almeno con il pulsare di un cuore comune.

LA MUSICA

Grande importanza ha nel nostro modo di intendere il teatro la musica, soprattutto sotto forma di canzone. L’attore ingloba la vicenda, il testo che la sviluppa, la scenografia, e la musica che contribuisce a raccontarla, il più possibilmente cercando di agganciarsi all’immaginario collettivo in modo da restituire una drammaturgia completata dal pubblico in sala.
Fare teatro per noi non è diverso dal fare musica, anche per una questione di ritmo pausa colore. Per questo abbiamo cercato collaborazioni che ci portassero a completare la nostra esperienza con quella più propriamente musicale. Insieme al gruppo dei Sulutumana abbiamo progettato, concepito, costruito i CD:

L’incredibile Meravigliosa Storia di Prinsi Raimund

L’ASSOCIAZIONE

TeatroGruppo Popolare APS
Via Gabriele Castellini 7, 22100 Como
CF 95096490131 – P. IVA 03147280139
www.teatrogruppopopolare.it | info@teatrogruppopopolare.it
Associazione di promozione sociale fondata con atto costitutivo del 25 agosto 2008 – nr 6053 del 29/08/2008
Iscritta al registro nazionale degli enti del terzo settore (RUNTS)

Statuto sociale